La Rivista è la “voce dei soci” quindi…. si può ben parlare anche della rivista sulla rivista.

La pubblicazione della presente riflessione ce lo potrà dire.

È indubbio che è per soci e clubs, oltre ai siti, uno dei pochi modi di conoscere (più che farsi conoscere…), ma è davvero così?

Tutti si dichiarano concordi nel far convergere sul socio, specie privo di incarichi e coinvolgimenti, la massima attenzione, ma io che, da socio presidente, li incontro davvero, devo proprio riferirne la percezione a tale riguardo?

Non ci vuole molto, basta sfogliare un numero: su circa 80 pagine quasi 60 sono riservate alle più alte autorità del distretto (i pensieri) le rimanenti 20 divise tra services (le attività) e “i dintorni” (i quesiti). Certo, chi ha compiti e responsabilità più gravosi necessita di spazi anche nella comunicazione: è un utile contributo per tutti. Ma quante righe (nemmeno pagine a questo punto) ciò lascia ai circa 134 clubs elencati nell’ attuale organigramma, o in un ipotetico intero numero riservato, tra indice copertina e pubblicità compresi? Io ho sempre considerato la capacità di sintesi un dono, ma a meno che non si disponga di virtù telepatiche ciò non porterebbe a riviste di oltre 150 pagine (1 a club) ed il costo tipografico, in definitiva sostenuto da ogni socio con la sua quota non lieviterebbe? In effetti il legittimo e proficuo utilizzo degli spazi da parte dei citati organi e degli addetti preposti alla comunicazione finisce per escludere le voci di coloro dei quali si rimpiange o si rimarca la scarsa partecipazione, il limitato coinvolgimento, il calo di interesse: molti non si sentono invogliati a esporre il loro pensiero nemmeno attraverso noi presidenti, che “portiamo la croce”, alla stessa associazione di cui fanno parte e che, in effetti, sostengono, preferendo solo leggere la rivista (tranne le ultime pagine ove pensano

relegate le cose minori) o addirittura la sfogliano distrattamente “guardando le figure”.

È troppo invitarla a far sentire agli associati il bisogno di parlare alla propria associazione?

Magari con più pagine o rubriche? È una visione da presidente “eretico”?

Certo, ma non secondo la volgare distorsione del suo significato operata dalle storicamente sempre attive e operose ignoranza e disinformazione, ma secondo la sola, letterale e vera accezione del termine: “Colui che è in grado di valutare più opzioni, colui che sceglie”.

A proposito, buona lettura a tutti.

Fausto Mazzone – Presidente L. C. – Salerno Arechi