Dante e il suo tempo
Nella crisi della civiltà medievale, Dante è il primo intellettuale cittadino dell’età moderna.
La sua opera nasce in un momento di suprema fermentazione e di instabile equilibrio, sulla soglia di una crisi che sta per investire e che ben presto travolgerà l’assetto dell’Europa cristiana, scardinando le sue basi ideali e distruggendo ad uno ad uno gli schemi della sua organizzazione politica.
La filosofia, senza rinnegare apertamente le forme scolastiche ed il presupposto teologico, già comincia ad affermare timidamente la propria autonomia e si accosta, sempre di più, alla mondanità ed alla eresia.
Sul piano delle dottrine politiche, si continua a dibattere l’annoso problema dei rapporti tra Chiesa e Impero, mentre cominciano a sfaldarsi le monarchie nazionali ed i Comuni, lacerati da aspre lotte interne, che, a poco a poco, si evolveranno verso le Signorie.
Intanto, nell’attrito della dolorosa esperienza quotidiana, si fa strada, nelle coscienze, il contrasto fra gli ideali di giustizia e di ordine e la realtà corrotta, caotica e turbolenta dei contrasti di interesse e di predominio.
Cambia il cammino della storia, poiché la concezione provvidenziale, risalente ad Agostino, non riesce più ad aderire alla varietà del reale e, nell’ambito della storiografia, prendono corpo i fatti, le passioni e i contrasti della vita di ogni giorno.
Nell’assetto sociale sono ancora vive e dureranno a lungo le rigide strutture economiche e giuridiche del sistema feudale, con i congiunti ideali di vita cortese e cavalleresca ed i severi rapporti di distinzione tra i diversi ceti, ma già si avvertono incrinature e contraddizioni profonde dovute ad una realtà nuova, con la rapida ascesa degli elementi cittadini e borghesi, mentre il concetto della nobiltà di sangue si evolve in quello, più aperto, della gentilezza e della virtù individuale.
Quelli in cui visse il poeta, erano anni cruciali per il comune di Firenze, poiché i popolari, sotto la guida di Giano della Bella, riuscirono a far approvare gli Ordinamenti di Giustizia nel 1293, in base ai quali tutti i magnati ed i nobili erano esclusi dalle cariche di governo, in quanto non iscritti alle Arti.
Cacciato Giano, l’anno successivo, gli Ordinamenti furono modificati e fu consentito alla piccola nobiltà di partecipare al governo, previa iscrizione anche formale, ad una della Arti.
Così il poeta, nell’estate del 1295, si iscrisse a quella dei” medici e speziali” e poté iniziare la sua carriera politica.
La lotta politica a Firenze andava assumendo connotati nuovi, battuta ed in esilio la fazione ghibellina, lo scontro divampò tra i guelfi bianchi, guidati dalla famiglia dei Cerchi e i guelfi neri che facevano capo a Corso Donati.
Quest’ultimo favorì l’intervento del papato e degli Angiò, trovando in Bonifacio VIII un papa pronto a cogliere ogni occasione per estendere il suo dominio.
Dante andò progressivamente avvicinandosi alle posizioni dei Bianchi e, per questo, il 27 gennaio 1302, fu accusato di baratteria dal podestà di Firenze e condannato a due anni di confino, oltre ad una multa di 50 fiorini d’oro.
Avendo opposto un deciso rifiuto, la pena gli fu commutata in quella di morte.
Non ritornò più a Firenze ma, nell’esilio, assunse una statura morale e culturale che lo trasformò da intellettuale fiorentino di spicco, già grande per le sue doti poetiche, a cardine su cui ruota tutta la cultura italiana nel passaggio dal ‘200 al ‘300.
E’ questo il periodo che, riguardo le concezioni estetiche, si presenta come un’età piena di elementi contraddittori, percorsa da un continuo confronto-scontro tra fedeltà alla tradizione ed esigenze innovative.
La letteratura acquista nuovo spazio e dignità intellettuale, l’architettura gotica si evolve incessantemente, con una varietà di forme dal nord al sud d’Europa che denuncia un eccezionale radicamento nei diversi contesti sociali e culturali, oltre che una capacità di adattamento e di originalità degli artisti.
La pittura, già a partire dagli ultimi decenni del Duecento, vive, soprattutto in Italia, una delle stagioni più esaltanti, che ha come fulcro e poi come modello, l’opera di Giotto.
La musica, a partire dalla Francia, subisce un’evoluzione talmente sensibile che si parla di “ars nova”, fondata su un concetto meno rigido e schematico della melodia e del canto che si aprono ad una più diretta espressione della sensibilità dell’autore.
In Italia, questa “rifondazione” prende corpo soprattutto nella seconda metà del secolo e dà origine alle musicali forme polifoniche (canto a più voci) del madrigale, della ballata e della caccia.
Nasce, quindi, una nuova corrente musicale, un nuovo stile musicale, che scopre la polifonia.
Al tempo in cui Dante scrive, infatti, gli strumenti non facevano altro che eseguire la melodia, spesso raddoppiando la voce.
Quindi, l’attività letteraria e l’impegno culturale di Dante investirono vari campi dell’arte e del sapere.
Nel periodo di profondi cambiamenti in cui viveva, Dante è stato più che un semplice e magnifico scrittore e poeta, un testimone che ha raccontato le novità in fermento nella società, il dolce stil novo nella letteratura, l’ars nova nella musica.
Dante, nel suo tempo, è stato una fonte non solo per la letteratura o per la filosofia, ma anche per la storia della musica, in un periodo di cambiamenti epocali che avrebbero portato alla nascita dell’attuale concetto di musica occidentale.
Il Service “Dante ed il suo tempo” si propone di accogliere il messaggio dantesco, con una serie di eventi ed iniziative che intendono diffondere il lascito del Sommo Poeta, in occasione del settimo centenario della sua morte, valorizzando la sua opera come emblematico simbolo di una vera e propria visione culturale, finalizzata alla conoscenza ed alla divulgazione della produzione artistica del suo tempo, attraverso la realizzazione di mostre, esposizioni, convegni, conferenze, mostre interattive, concerti di musica classica, rassegne e spettacoli di teatro e danza che diano l’opportunità di capire come la sua poesia ha riplasmato la storia, l’estetica e la cultura.
Il Service si pone l’obiettivo di essere il fulcro di un’attività culturale che dovrà coinvolgere tutti i club del nostro Distretto in termini di idee, luoghi e persone.
Un progetto che consentirà di vivere il settimo centenario della morte di Dante Alighieri come un momento di slancio, di unità e di condivisione della Associazione attorno alla figura del poeta, valorizzando sia il patrimonio dantesco, sia il nostro patrimonio culturale, morale ed associativo.
Il Service intende mettere in atto una progettualità condivisa, capace di scoprire e celebrare la figura di Dante attraverso una molteplicità di linguaggi e modalità che ci facciano rivivere il suo tempo ed il contesto in cui ha vissuto, con una grande visione dell’attualità e della contemporaneità attraverso l’arte, la letteratura, la filosofia, la musica e la gastronomia, intesa come binomio tra “food” e cultura, garantendo una energia progettuale costituita da una attrattiva molteplicità di visioni.
In un tempo difficile, complicato e complesso in termini umani e sociali, come quello attuale, il tempo di Dante ritorna con attualità disarmante, al punto di essere in grado di attrarre, con gentilezza, diversi contenuti e di farci vivere momenti magici, incontrando il Divin Poeta in veste moderna ed esaltando il contorno che fece da sfondo alla sua vita.
Lo scopo finale del Service è quello di offrire sul territorio distrettuale eventi che siano in grado di accrescere nel nostro distretto, a servizio delle comunità di riferimento, la conoscenza e l’interesse sulla straordinaria figura di Dante, quale Sommo poeta dell’umanità, ma, al tempo stesso, di offrirci un insolito Dante.
Lions Fabio Varone
Specialist Distrettuale
DOWNLOAD ELABORATI
>> Introduzione
>> Francesca da Rimini
>> Pia dei Tolomei
>> Piccarda e Costanza
>> Il Viaggio Attraverso l’Uomo
>> Sognando Dante
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