Antonio Marte 2020-2021

Antonio Marte

Carissime amiche e amici Lions,
Vi parlo con una commozione e uno spirito diverso perché so quello che state provando e soffrendo in termini umani e sociali: la paura, l’incertezza, l’isolamento sono diventati i nostri compagni di vita.
L’incertezza si è manifestata a tutti i livelli: politico, economico, sociale e perfino scientifico. Ma come il coraggio dei soldati si vede in battaglia, così noi dobbiamo tirare fuori, in questi momenti, il meglio di noi stessi. Come persone e come Soci abbiamo dimostrato flessibilità, prontezza, generosità. Siamo stati distanti ma uniti. Abbiamo anche sviluppato un patrimonio comunicativo e tecnologico che, da ora in poi, sarà caratteristica ineludibile del nostro modo di servire. Facciamo in modo che la nostra
vita lionistica divenga un infinito spazio esistenziale per donarsi senza se e senza ma. Siamo donatori di tempo (questa è la vera realtà del servizio). Il Covid è una grande calamità ma può anche essere una
eccezionale opportunità per riprogrammarci. L’uomo ha tutte le potenzialità per farlo. Sappiamo che molte cose non saranno più come prima; molti service tradizionali dovranno essere rimodulati adattandoli alla diversa realtà civile e associativa… Quanti nuovi poveri avremo? Quante ferite materiali, morali e psicologiche dovremo affrontare? Una nuova sobrietà sarà necessaria.
Non dimenticheremo la cultura. Senza la cultura questi momenti sarebbero stati invivibili e senza di essa attueremmo interventi incontrollati e improvvisati.
Permettetemi, a questo punto, di rivolgere un pensiero grato ai nostri eroici colleghi della sanità che si sono sacrificati per noi tutti e per il Paese.
C’è un motivo ricorrente nella mia mente che risale alla mia gioventù quando, impegnato nell’Azione Cattolica, cantavamo con Joan Baez “We shall overcome” – noi ce la faremo.
La ricanto idealmente con voi. Oggi più che mai, c’è bisogno di tutti: dei nostri giovani Leo, dei nostri specialisti, dei nostri progetti, di donne ed uomini di buona e forte volontà.
L’Associazione cercherà di facilitare al massimo il nostro impegno, perciò non abbiate esitazioni. Noi siamo i Lions e possiamo agire per gli altri anche nelle condizioni più difficili ma con in mente la certezza della ripresa.
Dobbiamo solo avere la fede e la forza di crederci per “ricominciare a sognare”.
Noi ce la faremo!
Vi abbraccio, Antonio.

Il Guidoncino

Ho scelto come simboli di questo anno sociale Il Vesuvio eruttante lava e la ginestra della resilienza con chiaro riferimento a Leopardi che in queste terre vulcaniche visse spettacoli incredibili ed incredibili sensazioni riportò.
Il vulcano è considerato come la fonte di un fuoco terrestre, in antitesi a quello celeste.
Il Vesuvio in azione, primordiale forza della natura, è un’area di caos, intesa come un insieme di elementi, che nel sottosuolo sono mescolati e trasformati in elementi primari: aria, fuoco, acqua e terra, ma, come mi piace credere, essendo figlio di questa terra, il Vesuvio è una prometeica forza creatrice e rinnovatrice perché i terreni d’origine vulcanica presentano una speciale fertilità che da millenni lega tutti noi a questi luoghi.
Nel nostro mondo interiore il vulcano è anche metafora del fuoco dei nostri sentimenti più profondi, della nostra straordinaria forza e della capacità di esprimerla: è la montagna interiore che collega le profondità della Terra (inconscio) verso il Cielo (pensiero cosciente).
Con la simbologia del fuoco è anche connesso il rinnovamento: dal buio della cenere rinasce nuova luce
ed il fuoco purificatore, bruciando, rinnova la nostra interiorità.
Questo è quello che vorrei trasmettere con queste forti immagini. Immagini che vengono poi mitigate dal verde-giallo splendente della ginestra. Una pianta incredibile che Leopardi definisce “amante dei deserti”, capace di vincere ogni avversità e nascere e fiorire, splendida, su terreni impossibili.
Ecco questo è il terreno della sfida. La ginestra come capacità di vincere l’arida sabbia e la terra bruciata per crescere bella e splendente e donare bellezza che tanto più si esalta in quanto si staglia su uno sfondo brullo e nero. Sono questi i sentimenti che animano una persona che sente tutto l’amore per la sua terra, il meridione d’Italia, e trova nelle sue ancestrali simbologie la forza di crederci, di andare avanti ed anche vincere insieme ai suoi amici Soci senza preoccuparsi delle avversità. Perché la ginestra mirabile, resiliente e stupenda continuerà a fiorire sempre e comunque.
Il fermacarte che costituisce il dono del Governatore e che ho disegnato personalmente, ha toni più pacati ed è un omaggio alla mia città. Una città difficile e stupenda al tempo stesso che ha consentito di realizzarmi professionalmente nella sua storica Università.
Pur potendo, non ho mai voluto abbandonare il posto dove sono nato come studente interno e dove ho conosciuto un meraviglioso universo umano fatto di drammi condivisi ma anche di immense soddisfazioni.
Anche qui la ginestra che amo ondeggia in primo piano a ricordare l’amato, umile, fiore che ha caratterizzato i paesaggi della mia vita ed è stato il soggetto di tanti dipinti.

ORGANIGRAMMA